Il 2 ottobre si celebra la festa dei nonni e mi dispiace che quando ero bambina questa festa non esisteva perché sicuramente i miei nonni meritavano di essere festeggiati e io non li ho mai dimenticati. Oggi anch’io sono nonna e sinceramente mi fa molto piacere che mia nipote mi faccia gli auguri in questa ricorrenza. La festa dei nonni non è diffusa in tutto il mondo e, nei paesi in cui esiste, non cade necessariamente il 2 ottobre di ogni anno. Per esempio, negli Stati Uniti si festeggia la prima domenica di settembre, in Canada il 25 ottobre, in Francia e Polonia esistono due ricorrenze separate, una per le nonne e una per i nonni. La data italiana è stata fissata ufficialmente il 2 ottobre con la legge numero 159 del 31 luglio 2005. Vi si legge che l'intenzione è "celebrare l'importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno delle famiglie e della società in generale". La scelta del 2 ottobre è legata al fatto che nel medesimo giorno il calendario cattolico dei Santi posiziona il ricordo liturgico degli angeli custodi: il collegamento implicito con i nonni è che sono gli angeli custodi dell'infanzia. Quindi lo Stato italiano ha privilegiato questo aspetto, piuttosto che tracciare un parallelo con i genitori di Maria e nonni di Gesù, cioè i santi Gioacchino e Anna, che sono invece i santi patroni dei nonni e che vengono celebrati però il 26 luglio. Al di là delle ricorrenze religiose, la prima istituzionalizzazione civile della festa dei nonni è avvenuta negli Stati Uniti, nel 1978, per iniziativa della presidenza di Jimmy Carter e su proposta di una casalinga della Virginia Occidentale di nome Marian McQuade, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. Insomma, una che aveva tutte le carte in regola per dire la sua sul ruolo sociale e famigliare delle persone come lei, convinta che la relazione con i nonni fosse fondamentale per la buona educazione delle nuove generazioni. L’importanza dei nonni è rilevata anche a livello scientifico: i ricercatori della Concordia University e della Wilfrid Laurier University, esaminando il legame che univa alcune coppie di nonni e nipoti, hanno dimostrato che trascorrere del tempo libero con i nonni aiuta a rafforzare i legami familiari, che rimarranno forti per tutta la vita. L’Italia, per tradizione e cultura, è uno dei Paesi con il tasso più alto di anziani che si prendono cura dei propri nipoti. Nel nostro Paese, infatti, il 33% dei nonni quotidianamente si occupa dei nipoti, e io sono tra quelli, contro l’1,6% della Danimarca o il 2,9% della Svezia. In Italia i nonni sono sempre stati quella figura su cui contare, basti pensare al microcosmo della vita di paese o di quartiere, nel quale gli anziani erano un forte sostegno alle famiglie e si aiutavano l’un l’altro, dove ci si conosceva tutti e dove spesso i bambini diventavano nipoti acquisiti di tutti. " Anche qui però le cose stanno cambiando, a causa dell' aumento dell'età pensionabile, agli spostamenti geografici dei figli per motivi di lavoro, ad un tessuto sociale notevolmente modificato, la percentuale dei nonni che può aiutare le famiglie nella gestione dei figli è molto diminuita." Oggi anche i nonni che non riescono ad essere presenti quotidianamente nella vita dei nipoti perché vivono lontano, hanno imparato ad utilizzare le nuove tecnologie come i computer e gli smartphone per fare videochiamate e prendono treni e voli aerei per poter stare con i propri figli e nipoti. Ho amici che volano periodicamente a Londra o a Zurigo per vedere i nipoti e altri che settimanalmente percorrono molti chilometri per vivere qualche giorno con la famiglia ed prendersi cura dei bambini. Il ‘nontiscordardimè’, è il fiore ufficiale di questa festa e in qualche modo sembra voler lanciare un messaggio al mondo per non essere dimenticati.