Cinque domande a...
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Vincenzo Tancredi-Sovraintendente di Polizia, Torino
Ci vuole presentare qual è il suo lavoro e in quale ambito dell'intervento della Polizia Statale?
Sono Sovrintendente della Polizia di Stato. Per molti anni ho prestato servizio nella Squadra Volanti settore Pronto Intervento. Attualmente mi occupo della sezione "Fasce Deboli" all'interno dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Torino. Tale attività la svolgo dal 2008.
Lei racconta nel libro alcuni episodi selezionati tra quelli di cui è stato protagonista? Ci può tracciare quali sono i tratti comuni?
Sono stato protagonista di molte denunce. Ne ho poi selezionate 25, quelle che ritenevo più importanti e utili da raccontare. Nei racconti da me descritti, i personaggi sono anziani, persone fiduciose del prossimo e delle istituzioni. Molte volte sono persone che vivono da sole.
Lei parla nella sua introduzione, in rapporto al suo lavoro della necessità di far sì che gli anziani recuperino la fiducia e che chi assolve alla sua funzione abbia una grande capacità di ascolto. Ci può spiegare le motivazioni di queste raccomandazioni?
La capacità di ascolto è la fonte più importante all'inizio dell'incontro. Questo fa si che l'anziano abbia uno spazio dove si racconti, parli di se, della sua vita per poi giungere ai fatti accaduti e dove possa esprimere le proprie emozioni, delusioni, rammarico, rabbia. La capacità di ascolto è fondamentale per superare il trauma, per poi far si che la persona colpita dall'evento recuperi la fiducia in se stesso e nelle istituzioni.
Chiediamo all'agente di polizia due spiegazioni: la prima sulla necessità di denunciare, la seconda sui luoghi comuni che riguardano l'individuazione dei possibili truffatori e che spesso traggono in inganno le persone più fragili, ma non solo.
Ritengo che la denuncia sia un fatto morale, un deterrente nel ricadere negli stessi errori, un modo per portare gli altri a conoscere e a proteggersi. Portare gli operatori delle Forze dell'Ordine ad attuare strategie utili all'identificazione degli autori dei reati e a ritornare in possesso dei propri valori asportati.
L'ultima domanda è sempre più personale. Come si sente quando entra in una casa a raccogliere una denuncia e cosa vorrebbe che fosse in suo potere di fare?
Mi sento umile, dispiaciuto, ma utile. Pronto a dare ad ogni domanda una risposta concreta. In mio potere vorrei che tutti coloro che si coprono di questi reati fossero arrestati. Inoltre vorrei dare un insegnamento all'anziano per potersi difendere da questi raggiri. Quindi il mio intento e portare l'anziano a conoscenza, delle truffe attraverso tutti i canali di comunicazione possibili quali: televisione, giornali, riviste, libri, internet.
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- Autore/rice Federico Bastiani
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Federico Bastiani- giornalista freelance
Unanimemente riconosciuto come l’ideatore della social street di Via Fondazza a Bologna le chiediamo di spiegarci come le è nata questa idea e come ha iniziato? Come tradurrebbe social street?
L’idea del social street mi è venuta l’estate del 2013. Passeggiavo sotto i portici di Via Fondazza con mio figlio di 20 mesi e pensavo che giocava sempre da solo, non sapevo se nella strada vivessero altri bambini con cui farlo giocare. Abitavo in via Fondazza da oltre tre anni eppure vedevo le stesse facce ogni giorno ma non conoscevo i miei vicini! Come risolvere questo problema? Come socializzare con i miei vicini di casa non avendo tempo a disposizione? Ho aperto cosi un gruppo chiuso “residenti in Via Fondazza – Bologna Social street” ed ho stampato dei volantini e distribuiti in strada per pubblicizzarlo. Pensavo che la gente fosse troppo diffidente e non avevo grosse aspettative invece mi sbagliavo, nel giro di due settimana erano già 93 gli iscritti.
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Gabriella Lo Cascio- musicoterapista
Dopo tanti anni di collaborazione, mi permetto di darti del tu e chiederti: cosa è la musicoterapia e cosa è per Gabriella Lo Cascio?
- Autore/rice Felice Strollo
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Felice Strollo- Direttore della UOC Diabetologia e Dietologia, Polo Ospedaliero Santo Spirito, ASL RME, Roma
Partiamo dalle ultime pagine del suo libro: cosa è l’invecchiamento nel terzo millennio? Esiste una definizione di vecchiaia?
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Paolo Bosi- docente UNIMORE e componente CAPP
La ricerca che Lei ed altri esperti della Facoltà di Modena e Reggio e del Capp (Centro di analisi delle politiche pubbliche) avete presentato a Milano al convegno organizzato da IRS con la collaborazione del Capp ( vedi programma in calce NdR) rappresenta una seconda tappa di un percorso iniziato nel 2011. Ci può illustrare gli obiettivi principali di questa ricerca, la domanda di base ?
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Fulvia Signani, psicologa e sociologa, dirigente ASL Ferrara e docente universitaria
Partiamo dalla spiegazione del titolo: cosa è la medicina di genere e perché non è la medicina delle donne, aiutandoci con le tabelle molto chiare che allega nel libro?
La classificazione che descrivo qui brevemente è una mia originale elaborazione, prodotto della personale ricerca di comprensione.
- Autore/rice {ga=lidia-goldoni}
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Fausto Podavini - Fotografo vincitore nei concorsi foografici World Press Photo e Sony World Photography Awards
Lei ha vinto recentemente il 1° premio nella categoria “Vita quotidiana/ Storie” del World Press Photo e si è classificato 3° al Sony World Photography Awards, che nel 2013 ha registrato 62654 partecipanti al concorso Professionisti.La storia vincitrice al WPP e la fotografia finalista al SPA hanno una protagonista Mirella. Accanto a lei il marito, con il morbo d’Alzheimer. Ci racconti questi due eventi e la scelta di presentare queste opere?
- Autore/rice {ga=lidia-goldoni}
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Clara Sereni, scrittrice
E’ uscito nei mesi scorsi il suo ultimo libro “Una storia chiusa” sintesi di due facce del nostro paese: un magistrato, donna, sotto copertura e una “compagnia di giro” di persone più o meno anziane all’interno di una casa di riposo. Da dove nasce lo spunto, dopo un lungo periodo di silenzio, di questo libro?
Nasce da un’esperienza diretta per quanto riguarda l’ambientazione, perché in una casa di riposo ci vivo davvero.